

I “SENZA SONNO” sul periodico “Il Melograno” N.44, BCC Oglio e Serio, Bergamo (Giugno 2020)
Si dice che Fernando Pessoa, il celebre scrittore portoghese, evitò il suicidio grazie alla creazione del Barone di Teive, uno dei suoi tanti eteronimi, intellettuale aspro e uomo avaro che accetta di porre fine alla propria esistenza. Pessoa fece trasmigrare la variante del suicidio dal suo destino a quello del Barone di Teive. Morte del Barone, vita per Pessoa. Lo scrittore portoghese si è così servito della sua arte e di un suo personaggio letterario per salvarsi la vita, per liberarsi dall tarlo terribile di regalarsi la morte: crea il Barone di Teive e lo sacrifica; crea il Barone di Teive, gli trasferisce la sua ossessione e se ne libera. Il Barone si uccide e Pessoa non pensa più al suicidio. L’incubo è finito. Talvolta l’artista non sa quel che crea, conosce solo il suo intento, la sua necessità di creare, ma non sa fino a che punto sia realizzabile e concretizzabile il suo progetto. È la sua fede che dà vita alla creatura, che insuffla la luce nell’opera e sembra conferirle uno spirito, una vita autonoma. Dunque, nella necessità di liberarmi dall’insonnia, in una notte come tante è nato il mio primo “senza sonno”.
Io li disegno e loro mi fanno compagnia, la notte. Io li disegno e loro mi dicono “dormi, vegliamo noi per te, terremo noi gli occhi aperti. Ora puoi chiudere i tuoi”. Allora io li metto tutti intorno al letto, mi stendo e mi addormento, sereno. La mattina mi sveglio e loro sono lì, con quegli occhi grandi che mi guardano, ancora pieni di energia nonostante la notte in bianco. Non dormono per me, perché possa dormire io. E io li ringrazio, i miei “senza sonno. (Andrea Bassani)