“Elenoir” di Andrea Bassani in copertina della silloge “Abitare mura diroccate” di Lidia Popolano (96, rue de-La-Fontaine Edizioni, 2020)

N° 44 Periodico della BCC di Oglio e Serio “Il Melograno” (giugno 2020)

I “SENZA SONNO” sul periodico “Il Melograno” N.44, BCC Oglio e Serio, Bergamo (Giugno 2020)


Si dice che Fernando Pessoa, il celebre scrittore portoghese, evitò il suicidio grazie alla creazione del Barone di Teive, uno dei suoi tanti eteronimi, intellettuale aspro e uomo avaro che accetta di porre fine alla propria esistenza. Pessoa fece trasmigrare la variante del suicidio dal suo destino a quello del Barone di Teive. Morte del Barone, vita per Pessoa. Lo scrittore portoghese si è così servito della sua arte e di un suo personaggio letterario per salvarsi la vita, per liberarsi dall tarlo terribile di regalarsi la morte: crea il Barone di Teive e lo sacrifica; crea il Barone di Teive, gli trasferisce la sua ossessione e se ne libera. Il Barone si uccide e Pessoa non pensa più al suicidio. L’incubo è finito. Talvolta l’artista non sa quel che crea, conosce solo il suo intento, la sua necessità di creare, ma non sa fino a che punto sia realizzabile e concretizzabile il suo progetto. È la sua fede che dà vita alla creatura, che insuffla la luce nell’opera e sembra conferirle uno spirito, una vita autonoma. Dunque, nella necessità di liberarmi dall’insonnia, in una notte come tante è nato il mio primo “senza sonno”.
Io li disegno e loro mi fanno compagnia, la notte. Io li disegno e loro mi dicono “dormi, vegliamo noi per te, terremo noi gli occhi aperti. Ora puoi chiudere i tuoi”. Allora io li metto tutti intorno al letto, mi stendo e mi addormento, sereno. La mattina mi sveglio e loro sono lì, con quegli occhi grandi che mi guardano, ancora pieni di energia nonostante la notte in bianco. Non dormono per me, perché possa dormire io. E io li ringrazio, i miei “senza sonno. (Andrea Bassani)

Di-segno

I Senza Sonno

Premio Europeo Clemente Rebora 2019. “La castità” riceve la preziosa menzione d’onore.

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5 poesie tradotte in portoghese sulla Rivista d’arte “Cão celeste”, Lisbona.

Sul periodico “Il Melograno” n°42, BCC Oglio e Serio, Bergamo (giugno 2019)

“Le forme che tutti conosciamo non mi interessano: è dopo l’illusione, dopo la materia, oltre lo specchio la verità. Se ti specchi nello specchio vedi il tuo volto. Se ti specchi nel tuo volto vedi i tuoi occhi. Se ti specchi nei tuoi occhi scopri il tuo vero sé. È là che inizia il percorso. Io ritraggo ciò che sento, ciò che vedo in ciò che sento, quando osservo le cose, quando le penetro, perché voglio che l’arte sia conoscenza dell’invisibile, perché desidero che si spalanchino gli occhi del cuore, ch’io possa entrare in comunione con la realtà immateriale, essenziale. Una forma diversa non è una deformità. Una forma diversa è una forma che non conoscevi. E ti chiama, oltre lo specchio. Essa ti invita ad uscire dall’immensa eggregora del pensiero unico.” Andrea Bassani

“Lo specchio del mattino” (cinepoesia) Trailer, video e locandina

LO SPECCHIO DEL MATTINO (cinepoesia)

“Lo specchio del mattino” è una cinepoesia ispirata alla poesia omonima di Andrea Bassani presente nella raccolta “La castità”, edita dalla casa editrice Ensemble (Roma).Edizioni Ensemble

Il cortometraggio nasce dalla collaborazone creativa tra il poeta Bassani, il regista Duccio Ricciardelli e Marco Bartolini, tecnico del montaggio. L’opera è patrocinata dal Comune di Pistoia e girata nella splendida location di Villa Giorgia a Pistoia, località Burchietti. La cinepoesia ha una durata di sette minuti ed è costruita sul modello minimalista tipico dei film “da interno”. Un poeta si aggira per il parco di una grande villa sulle colline toscane. L’uomo si rifugerà poi nel silenzio della propria stanza per un momento di riflessione con se stesso. La stanza diventa luogo dove riflettere intorno al proprio lavoro e alla propria sensibilità di artista. Lo specchio diventa mezzo introspettivo e rivelatore, laddove l’io poetante scopre se stesso nell’intuizione di essere entità spirituale non rappresentata dalla sua immagine riflessa ma bensì contenuta in essa. Pertanto inizia un monologo mentale in cui il pensiero si rivolge al corpo fisico, lo chiama involucro e ne prende le distanze, collocandosi all’interno di esso per forza di cose, essere senza nome né forma, segretamente segregato, canto nostalgico di un io invisibile che attende la fine della pena terrestre. Regia: Duccio Ricciardelli Montaggio: Marco Bartolini Attore e voce fuori campo: Andrea Bassani Locandina creata da Gabriella Grande Realizzato con il Patrocinio del Comune di Pistoia.

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LOCANDINA

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